La Chinita: un sogno realizzato!
Ogni home studio ha una storia da raccontare e quella de La Chinita è semplicemente magnifica, una storia dove l’amore per la musica ha fatto nascere fra le mura di casa un vero e proprio gioiello. La passione e la determinazione del proprietario e producer, Alex Rinaldi, hanno trasformato uno studio amatoriale, confinato in una cameretta, in una control room professionale completamente custom, per regalare alla musica lo spazio e la qualità che merita.
La passione è nata da lontano e cresciuta negli anni…
Alex Rinaldi: “Da quando ho 18 anni ho cominciato a fare musica per passione”.
“Avevo fatto nella cameretta [al piano di sopra] un trattamento acustico a pannelli. Un trattamento standard per iniziare a lavorare meglio. In quel periodo ho conosciuto Francesca [Bianco], in quanto cliente Proaudio – SMAP, dalla quale ho potuto acquistare le mie prime apparecchiature. Dopo qualche scambio di e-mail, sono stato introdotto al mondo degli studi professionali di cui neanche sapevo l’esistenza. Da grande appassionato, ho sempre cercato di migliorarmi nella produzione di musica, con il crescente desiderio di poterne fare il mio lavoro. Da qui, ho maturato l’idea che per arrivare ad un livello professionale, avevo bisogno di uno studio professionale”.
Il desiderio è molto semplice, la realizzazione è tutta un’altra cosa. Per questo, nel progetto “La Chinita” è stato richiesto il nostro intervento, guidati da un progettista di livello assoluto come Dario Paini, scelto personalmente da Alex.
Alex: “[…] avevo visto diversi suoi studi ed essendo una situazione “casalinga” volevo creare un ambiente accogliente dove riprendere l’atmosfera domestica. Questo progetto è nato qui, a casa mia e qui mi devo sentire a casa. Nello studio è bello anche solo per sedersi e ascoltare musica. Tutto deve essere caldo e accogliente”.
Dopo i primi sopralluoghi per verificare misure e fattibilità del progetto, lo studio amatoriale di Alex ha così potuto lasciare la sua cameretta (ora di proprietà della piccola Vittoria J) per “trasferirsi” al piano interrato e trasformarsi in studio professionale. Lo stravolgimento strutturale della cucina di casa al piano -1 ha richiesto una progettazione ad hoc…
Dario Paini: “Lo studio si trova in provincia di Rimini presso il piano interrato di un’abitazione privata in una villa a schiera. Essendo al piano -1, ci si è subito scontrati con la quota iniziale, di circa 240 cm, che certo non permette di “rubare” troppo in altezza per aumentare l’isolamento e per il trattamento acustico interno. Infatti, lo studio confina con l’appartamento del vicino e quindi era importante fare in modo che lo stesso non fosse disturbato, soprattutto durante le ore serali (o notturne!). Il primo problema da risolvere è stato appunto quello dell’isolamento acustico, da e verso l’esterno: pavimento galleggiante e disaccoppiato dal resto della struttura. Le pareti sono in cartongesso”.
“Altra particolarità: la pianta era di forma quadrata, che non è esattamente una forma ideale dal punto di vista acustico.”
Dario Paini ha letteralmente estratto un diamante da… un quadrato! Si, perché è il suono che decide…
Alex: “La forma della struttura te la dà l’acustica, la fisica del suono. Date le misure e date le dimensioni, bisogna assecondare il suono e decidere dove deve collocarsi il punto d’ascolto. Questo studio ora ha la forma di un diamante!”
Seguite le linee guida di Dario, Alex ha potuto sbizzarrirsi.
La Chinita, infatti, è un home studio completamente custom. Non c’è niente di “commerciale” e, a dimostrarlo, basterebbe ammirare la console Northward Systems, parte di una linea progettata dall’acustico Thomas Jouanjean. Un mobile di grande prestigio e dal basso impatto acustico.
Tutto costruito a mano, su misura, fatto in opera al millimetro; dalle tesature di legno al soffitto.
Alex: “Sulla bozza di progetto di Paini abbiamo cominciato a lavorare sui colori, sulla stoffa, sulla finitura del pavimento ed il tipo di illuminazione. Tutte cose che ho potuto decidere io, in quanto non incidono sull’acustica. Il colore l’ho scelto riprendendo il nome della canzone che dà il nome allo studio: La Chinita. La Chinita in spagnolo vuol dire la “cinesina”, ecco perché il colore giallo!”
Fun fact: i listelli di legno sul fronte dello studio sono distanziati seguendo la serie di Fibonacci!
Proprio il nome “La Chinita” ha un significato speciale che ha conferito allo studio un’anima sua…
Alex: “Proprio durante la costruzione dello studio è venuto a mancare uno dei miei migliori amici, quasi come fosse un fratello: Dj Mayo. Questo studio è dedicato a lui. Le stampe su tela nello studio lo ritraggono. Lo studio ha preso il nome di una canzone che abbiamo fatto insieme, una delle nostre preferite: La Chinita”.
“Abbiamo sempre fatto musica insieme e, proprio in quel periodo, è venuto a mancare. Lui era uno di quelli che mi dava del matto quando ne volevo sempre di più… Lui era il DJ e io ero il suo ghost producer. Eravamo come fratelli e la passione per la musica è nata con lui a 18 anni. È grazie a lui che è nato tutto questo progetto, chiamato La Chinita”.
Altre realtà, paragonabili a La Chinita, stanno prendendo sempre più piede. Gli home studio nascono dalla necessità di ricercare la qualità che la musica richiede per raggiungere livelli professionali.
Alex: “Molti DJ si stanno piano piano avvicinando a questo mondo. I DJ una volta prendevano un portatile e un paio di cuffie. Col tempo si rendono conto della differenza. Chi fa musica con un portatile e un paio di cuffie rende solo l’idea di quello che può essere il prodotto finale. Per produrre musica è necessario venire in studi professionali, proprio come La Chinita”.
Passione, determinazione e competenze. Ecco cosa serve per fare come Alex e dare una forma e realizzare il proprio sogno.
Alex: “Io sono dell’idea che il desiderio muove le persone. Se una cosa la desideri veramente, fai di tutto per averla. Sembrava impossibile poter costruire uno studio del genere ma quando avevo sistemato la cucina ho pensato che non mi avrebbe fermato più nessuno!”
Sogno realizzato!
